TAEG ERRATO: € 8.050,40 INTERESSI IN MENO. TORINO CI HA DATO RAGIONE SULLE POLIZZE FACOLTATIVE

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TAEG ERRATO: € 8.050,40 INTERESSI IN MENO. TORINO CI HA DATO RAGIONE SULLE POLIZZE FACOLTATIVE

TAEG ERRATO! Oggi parliamo delle polizze facoltative che devono essere inserite correttamente nel calcolo del TAEG.

Quando le banche non lo fanno devono rimborsare molti interessi proprio come ha detto il Tribunale di Torino, in una sentenza che ci ha visti consulenti di parte.

Il TAEG nel credito al consumo è un’informazione fondamentale: rappresenta il costo del credito in forma di tasso di interesse, quindi il prezzo dell’operazione. In esso viene inserito, oltre il capitale prestato, anche il rimborso degli interessi, delle spese accessorie, istruttorie, delle commissioni varie e delle polizze.

Esso permette di poter fare un confronto trasparente tra più prodotti ed essere consapevoli di ciò che si sottoscrive.

È un po’ come nei supermercati quando si confrontano prodotti simili in confezioni differenti: per capire quale sia il più conveniente non si guarda il prezzo relativo, ma si confronta il prezzo al chilo e questo permette di scegliere l’uno o l’altro.

Nel confronto dei contratti di credito si usa il TAEG: se io da una parte ho un contratto, ad esempio, da 10mila euro con un tasso di interesse al 5%, ma ho una polizza che fa salire il TAEG al 7,5% posso capire che quel contratto in realtà sia più caro di un contratto con un tasso di interesse che arriva a un TAEG del 6,5%.

 

Una postilla prima di proseguire: il testo unico bancario, il TUB, all’articolo 117 indica in maniera chiara quali sono i tassi di interesse da applicare in caso di multa. Se la banca comunica dei tassi di interesse, un TAEG errato e quindi più bassi del reale, andrà incontro a delle conseguenze: dovrà infatti a ricalcolare tutto il contratto ai tassi del 117 TUB, che attualmente sono inferiori al 1%e rimborsare tutta l’eccedenza al cliente. Un bel rischio per la banca, una discreta opportunità per il debitore.

 

Molte banche in questi anni, in migliaia e migliaia di contratti, hanno nascosto il costo reale del credito occultando l’effetto delle polizze che vendevano insieme ai contratti. Esse infatti venivano presentate come polizze facoltative e quindi non aventi effetti sul TAEG.

Questo comportamento è ovviamente illecito e il Tribunale di Torino l’ha considerato completamente irregolare condannando una banca a rimborsare buona parte degli interessi che aveva incassato dal cliente.

 

Condividiamo con voi tre motivi tecnici che abbiamo utilizzato in corso di causa per spiegare al giudice la nostra visione dell’irregolarità attuata dalla banca.

 

  • le polizze facoltative vendute insieme a un contratto di credito fanno ricadere l’operazione nel suo insieme all’interno della normativa della trasparenza delle operazioni composte. Se una banca vuol vendere più contratti in contemporanea deve rispettare delle norme molto rigide di trasparenza, di coerenza e di informazione.
  • la normativa antiusura dice in maniera chiara e categorica che qualunque polizza venduta in contemporanea con un contratto di credito debba essere inserita nel costo del credito, indipendentemente dal fatto che la polizza sia qualificata come facoltativa o come obbligatoria. Questa regola è stata posta, ai fini antiusura, proprio per impedire che il semplice fatto di indicare una polizza come non obbligatoria permettesse al creditore di vendere e avere delle remunerazioni nascoste e soprattutto non chiare agli occhi del cliente.
  • una polizza, anche se definita facoltativa, condiziona in maniera inequivocabile il prezzo dell’operazione di credito. Tutte queste polizze remunerano in maniera importante il venditore cioè la banca e questo condiziona la spinta commerciale che attua la banca verso il cliente. Ecco perché nella citata sentenza del Tribunale di Torino il giudice ha sottolineato il peso delle provvigioni incassate dalla banca (pari al 52% del premio) per aver venduto la polizza. Una polizza facoltativa che fa guadagnare così tanto non può essere ritenuta ininfluente.

 

Per questi motivi tecnici e per altre questioni giuridiche, nel caso di Torino, il credito della banca è stato ridotto da 16mila euro a soli 8 mila.

Ogni caso, ovviamente, fa un po’ storia a sé stante quindi se state esaminando un caso oppure siete sottoscrittori di un’operazione di credito dove ci sono delle polizze facoltative e avete dei dubbi non esitate a scriverci e mandateci tutta la documentazione , vi aiuteremo ad esaminarla e a studiare una strategia corretta.

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