CONSOLIDAMENTO FINANZIAMENTI: CONTESTAZIONI ALLA BANCA STEP 2
Oggi vedremo il primo gruppo di irregolarità relative alle ristrutturazioni bancarie
Abbiamo già visto come le ristrutturazioni bancarie trovino una linea guida nel c.d. Decreto Liquidità del 2020 e abbiamo visto che, alla luce delle norme del decreto, è possibile individuare delle irregolarità che possono poi essere contestate agli istituti di credito. Infine, abbiamo identificato quali siano i documenti necessari per le verifiche.
Ora andremo a individuare quali possono essere le irregolarità
Prima irregolarità
Abbiamo riscontrato nel tempo l’applicazione di tassi di interesse rivelatisi alti perché proposti a clienti in palese difficoltà economica.
Facciamo un esempio concreto: uno degli ultimi mutui che abbiamo verificato è un mutuo, stipulato nel 2013 con un tasso applicato pari al 7,20%.
Contemporaneamente il costo del credito medio offerto dal mercato (fonte Banca d’Italia) era il 4,01%.
Questo va evidenziato perché la norma sull’usura tiene conto non solo dei tassi d’interesse sopra o sotto soglia, ma, quando c’è di mezzo una controparte debole, una azienda in difficoltà o una famiglia in difficoltà bisogna tenere conto anche del costo medio di mercato perché la parte debole deve essere tutelata.
Bisogna quindi sempre verificare se lo stato di bisogno dei vostri clienti nelle operazioni fosse evidente e quale tasso gli è stato proposto.
Seconda irregolarità
L’utilizzo di metodi di calcolo particolarmente complessi e svantaggiosi per il cliente per quanto riguarda gli interessi, soprattutto nei casi dove gli obblighi relativi alla trasparenza nelle comunicazioni di queste operazioni non sono stati completamente adempiuti.
L’esempio più eclatante lo abbiamo nei contratti di mutuo a tasso variabile con valori di floor [ossia tasso minimo] anomali.
Prendiamo ad esempio un mutuo ancorato all’Euribor 3 mesi con uno spread di tre punti. Al momento della firma del contratto la combinazione dei due parametri genera un tasso pari al 4,5%. In uno degli allegati al contratto è stato però aggiunto che il tasso minimo dell’operazione sarebbe stato comunque 4,5% per tutta la durata del contratto. Il contratto, grazie alla specificazione contenuta nell’allegato è passato da essere un mutuo variabile ad essere un mutuo a tasso fisso al tasso del 4,5% con potenzialità di aumenti futuri.
Questo ovviamente costituisce un grande vantaggio per il creditore, ma non rispecchia assolutamente quello che è stato proposto al cliente al momento della sottoscrizione del contratto a tasso variabile.
Bisogna quindi verificare che il nome dell’operazione, la tipologia e le caratteristiche reali dell’operazione corrispondano esattamente all’intero palinsesto contrattuale, composto di contratto, allegati, documento di sintesi, condizioni generali ecc.
Soprattutto, bisogna essere certi che le caratteristiche di queste operazioni siano state correttamente comunicati al cliente in fase precontrattuale e non imposte durante la stipula del contratto.
Terza in regolarità
Si rende quindi necessario verificare se le operazioni proposte dalla banca siano sostenibili o se siano state costruite per ottenere degli altri vantaggi a favore dei creditori.
Il parametro da valutare è l’eventuale insostenibilità all’atto della stipula dell’operazione di ristrutturazione parziale o totale, del rimborso del credito.
Facciamo due esempi: se a un debitore viene imposto di rimborsare 40, 50, 100 all’anno di capitale, ma egli al momento della stipula non ha una capacità di rimborso superiore a 30, avrà sicuramente, sin dal primo istante, grandi difficoltà ad adempiere con significative probabilità di default dell’operazione.
Un altro esempio riguarda quei casi estremi dove temporaneamente il debitore non ha nessuna capacità di rimborso di capitale. Situazione per la quale la banca dovrebbe o revocare il credito o mettere a disposizione del debitore “tempo gratuito” fino al momento in cui il debitore non riacquisterà la propria capacità di rimborso.
Risulta evidente in questo genere di situazioni che gli istituti di credito si siano concentrati nel catturare una garanzia reale attraverso l’ipoteca ai fini sia di bilancio, ma soprattutto di tutela del credito in caso di default (default ad altissima probabilità visto che si sta finanziando un debitore che non ha capacità di rimborsare l’operazione costruita dall’istituto).