Moratoria – 25.000 euro – Ristrutturazioni: come fare la cosa giusta!

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Moratoria – 25.000 euro – Ristrutturazioni: come fare la cosa giusta!

Venticinquemila euro, moratorie, liquidità, ripristino delle operazioni e rinegoziazioni. Oggi vediamo come fare a gestire la cosa con le banche.

Rinegoziazione

Sono ammesse le operazioni di ri-erogazione del debito purché il rinnovo preveda l’erogazione di un credito aggiuntivo pari ad almeno il 10%.

Dietro questa misura si nascondono un’opportunità per i più forti, ma contemporaneamente un pericolo per coloro che hanno poco potere contrattuale.

L’opportunità è quella ridurre le fideiussioni personali, e migliorare le condizioni bancarie con un vantaggio in termini di oneri finanziari pagati o, ancora meglio, l’eliminazione delle garanzie personali, sostituendole con quelle del Mediocredito Centrale. Da un certo punto di vista per una banca è meglio avere il Fondo Centrale di Garanzia piuttosto che ipoteche su proprietà immobiliari che, in caso di problemi, non si sa se possano o meno essere soggette a vendita e con quali risultati.

È possibile innescare un circolo virtuoso di progressiva eliminazione delle garanzie.

Non è facile, intendiamoci, non è immediato, ma non è impossibile.

Abbiamo detto inizialmente opportunità, ma abbiamo parlato anche di pericolo.

Immaginiamo un imprenditore, come tanti oggi, che lotta quotidianamente per far sopravvivere la propria azienda per continuare a garantire lo stipendio se stesso, la propria famiglia e ai propri dipendenti, che si reca in banca chiede aiuto.

La risposta che alcuni ricevono è che prima di intraprendere una nuova azione, è necessario chiudere, ricomprendere fido e che questo da parte della banca corrisponde quasi a una cortesia perché viene detto “costa meno”.

Ma la realtà è che io avevo bisogno di 100.000, non di centomila meno l’importo dell’eventuale fido da chiudere che ammonta, per fare un esempio a 60.0000. se la richiesta di 100 era motivata da oggettive necessità, i 60.000 che la banca non eroga (perché li trattiene a titolo di “chiusira del fido”), l’impresa dove li prende?

Adesso ad alcuni imprenditori che hanno fatto richiesta dei famosi 25mila euro quelli per tutti, senza istruttoria, con garanzia al 100%, che sono stati fatti passare come un finanziamento automatico, che in realtà non si è rivelato poi così automatico.

Alcune banche stanno procedendo con le erogazioni dei 25.000 euro, obbligando però prima l’azienda a chiudere le proprie esposizioni, lasciando all’imprenditore una effettiva disponibilità liquida pari al 20-30-40% dei 25.000 euro.

Torniamo quindi a ragionare su ciò che abbiamo detto all’inizio: la negoziazione è ammessa, purché si preveda l’erogazione di un credito aggiuntivo pari al 10% almeno.

Se la banca vuole approfittare di questa opportunità, cioè ottenere su un credito senza garanzie sostanziali la garanzia dello stato deve garantire però all’imprenditore l’erogazione dell’importo che serve alla sua azienda per supportare i bisogni e le necessità del momento.

La finalità dello strumento previsto dal decreto era, in primo luogo, quella di sostenere le aziende non di fornire un assist alle banche per aggiudicarsi la garanzia dello stato.

Moratoria

Abbiamo letto nel decreto che il piano di rimborso sarebbe stato dilazionato secondo modalità che avrebbero dovuto assicurare l’assenza di nuovi o maggiori oneri. Non veniva specificata una metodologia particolare di ricostruzione di questa sospensione.

A ruota è poi seguita la cosiddetta moratoria dell’ABI che aveva la finalità di integrare e rafforzare la moratoria del Cura Italia. Adesso però stanno iniziando ad arrivare le vere e proprie proposte, molti si sono accorti che il decreto lascia grandi margini di valutazione alle banche su come applicare in concreto la moratoria.

Ad esempio c’è chi le sei rate le sospende e le mette in coda al piano di ammortamento, c’è chi invece prevede che nel periodo successivo alla sospensione le rate diventino doppie.

Bisogna chiedersi quale sia il senso: l’impresa chiede oggi alla banca di non pagare, a fronte di una difficoltà, ma, a maggior ragione, fra sei mesi l’azienda, che arriva da un periodo di crisi e difficoltà economica (altrimenti non avrebbe chiesto il contributo) sarà davvero in grado di pagare delle rate doppie?

Un tema molto interessante riguarda invece il come la banca si fa remunerare il tempo di attesa.

Anche qui le proposte avanzate dalle banche evidenziano metodologie differenti: alcune calcolano gli interessi delle rate sospese sul debito residuo, e poi “spalma” su ogni rata, fino alla fine del periodo di ammortamento, questo importo, incrementando la rata di quel quid. Altre invece li richiedono tutti nell’anno successivo, post moratoria.

A questo punto però sorge una domanda. Se l’impresa chiede alla banca di sospendere la rata per sei mesi, quello che l’azienda non sta pagando, come si configura? Come rata? Allora perché la banca dovrebbe calcolare gli interessi sull’intero debito residuo? Non dovrebbe la banca far pagare solamente il tempo di attesa della rata?

Vediamo quindi una carrellata di aspetti operativi. Innanzitutto, bisogna capire come funziona la nostra moratoria, per essere consapevoli più che altro di quello che si firma e quindi comprendere quale modello la banca sta proponendo, se sia un modello adatto alla azienda e al nostro tipo di attività. Bisogna poi successivamente valutare il costo, prendere coscienza se il calcolo dell’interesse viene fatto sul debito residuo o sul semplice periodo di attesa.

Bisogna anche porsi la domanda se convenga o meno usufruire di questa moratoria, a che punto ci si trova nel rimborso del finanziamento. Questo tema attiene molto di più a chi ad esempio sospende il pagamento della sola quota capitale in quanto gli interessi nella prima parte dell’ammortamento costituiscono la voce di rimborso più significativa, quindi rimborsando la suola quota capitale non si otterrebbe una grande riduzione della rata.

Cerchiamo ora di inquadrare l’utilizzo della moratoria in un quadro più ampio: di cosa ha bisogno l’azienda? Cosa l’imprenditore può fare per l’azienda che versa in uno stato di crisi economica? Come impatta la moratoria sui conti dell’azienda e se la moratoria in questo momento può soddisfare una concreta criticità o se semplicemente è una forma di tranquillità, un’assicurazione che l’imprenditore prende su questo periodo incerto.