Esdebitazione: come le 3 procedure liberano dai debiti

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Le 3 procedure di esdebibitazione

Esdebitazione: come le 3 procedure liberano dai debiti

Oggi vi diamo quattro spunti relativi alle procedure di esdebitazione create per gestire il sovra-indebitamento di famiglie ed imprese.

Parliamo della Legge n. 3 nel 2012, la legge che è nata per gestire le così dette crisi da sovraindebitamento, ideata a seguito delle due crisi economiche globali del 2008 e del 2011 che hanno visto famiglie ed imprese letteralmente schiacciate dei debiti.

Da qui è nata la necessità di ideare dei sistemi per il recupero di queste situazioni con la creazione di strumenti atti a cancellare o rimodellare i debiti.

In questa sede ci riferiamo ad una specifica categoria di debiti, i debiti bancari, ma le misure possono interessare anche i debiti con l’erario o con i fornitori.

Fanno parte dei debiti anche quelli contratti dai garanti: cioè quelle posizioni per cui un terzo garantisce il pagamento del debito per conto di un’altra persone. Stiamo parlando quindi anche di familiari, genitori, amici o parenti.

La normativa si è evoluta ed è stata sviluppata nel tempo con la previsione di diverse modifiche e miglioramenti, fino a creare un complesso di strumenti che vanno utilizzati di caso in caso in maniera specifica.

In questo articolo cercheremo di riepilogare le tre procedure di esdebitazione dandovi uno spunto per ognuna

ESDEBITAZIONI: QUATTRO MODI SPECIALI PER USARE LE TRE PROCEDURE E LIBERARSI DEFINITIVAMENTE DAI DEBITI

PROCEDURA 1: ACCORDO DI COMPOSIZIONE DELLA CRISI

Questa è una procedura destinata a imprese e famiglie e ha lo scopo di rimodellare, in accordo con i creditori, il meccanismo di rimborso del debito.

I metodi possono essere, ad esempio, la riduzione del debito, l’allungamento dei tempi di rimborso, la riduzione dei tassi di interesse.

Per portare a termine la procedura è necessario che si realizzi la condizione per cui almeno il 60 per cento dei creditori sia favorevole. Il 40 per cento che non è favorevole, o non ha espresso giudizio in merito, subirà la scelta della maggioranza.

Ed è qui che vorremmo farvi notare una particolarità: se ai creditori che hanno una garanzia (ipotecaria o di pegno) viene garantito il totale rimborso del debito (magari prevedendo tempistiche più lunghe o a tassi diversi) questi non avranno la possibilità di votare.

Quindi, se viene elaborata una strategia attenta e precisa, si potrà raggiunge il 60 per cento di maggioranza facendo votare pochissimi creditori.

 

PROCEDURA 2: PIANO DEL CONSUMATORE

Questa è destinato esclusivamente ai soggetti che hanno la qualifica di consumatore. Sono quindi escluse le imprese.

È un piano identico a quello precedente, che ha quindi lo scopo di rimodulare i debiti, tempi e tassi, ma che prevede un grandissimo vantaggio: non subisce la valutazione e il voto dei creditori, ma la sua fattibilità verrà valutata esclusivamente dal giudice, che decreterà se quel piano è attuabile e, in caso affermativo, lo imporrà ai creditori.

Ed ecco qua il secondo spunto: se ci si trova in una continua ed estenuante trattativa con la banca per la gestione dei debiti famigliari, e la banca rifiuta continuamente le proposte di rimodulazione dei debiti, inserire le stesse proposte dentro un piano del consumatore potrebbe alzare di tantissimo le probabilità di riuscita, perché la valutazione sull’opportunità del piano non sarà fatta dal creditore, ma da un giudice che ha un approccio completamente diverso.

 

PROCEDURA 3: LIQUIDAZIONE

Questa procedura è di nuovo destinata a tutte le categorie, imprese e famiglie (argomento già trattato in parte in questo articolo)

È una procedura potente, perché porta alla cancellazione di tutti i debiti, di qualunque tipologia e importo essi siano.

La cancellazione alla fine della procedura che ha una durata di 4 anni, è definitiva.

In questo lasso di tempo il debitore deve impegnarsi a fare due cose: all’inizio dovrà mettere a disposizione del tribunale tutti i suoi beni, in modo tale che il giudice provveda alla distribuzione dei valori per quote; inoltre, per i 48 mesi di durata della procedura, dovrà dare una

piccola eccedenza del proprio stipendio per rimborsare i debiti.

Alla fine del periodo previsto, se la procedura si è svolta correttamente, tutti i debiti saranno definitivamente cancellati.

Vi segnaliamo, quindi, il terzo spunto: la liquidazione non guarda la grandezza del debito o la capacità di rimborso o la quantità di rimborso effettuata, ma guarda esclusivamente l’impegno del debitore.

Nei 48 mesi, l’eccedenza che verrà data ai creditori sarà solo quella che avanza dopo aveva provveduto a tutti i bisogni di sopravvivenza del debitore e della sua famiglia. Sarà quindi ininfluente sulla buona riuscita della procedura, che quella eccedenza sia infinitesimale rispetto all’ammontare dei debiti, l’importante è che venga regolarmente messa a disposizione.

 

C’è infine, un quarto spunto da segnalare.

Esiste un’altra procedura, collegata alla liquidazione, la LIQUIDAZIONE A ZERO.

Se durante la procedura di liquidazione si riesce a dimostrare che non ci sono guadagni rilevanti da versare ai creditori, è prevista la possibilità, per una sola volta nella vita, di chiedere al giudice di cancellare tutti i debiti senza prevedere alcun impegno di versamento continuo ai creditori.

Ovviamente la valutazione sull’opportunità di una tale soluzione può essere fatta e avvallata solo dal giudice e il debitore, inoltre, deve rientrare all’interno di soglie ben definite.

Ma in caso di liquidazione a zero, nei quattro anni il debitore non dovrà versare nulla e i debiti saranno ovviamente cancellati.

Se avete bisogno di chiarimenti per scegliere la strategia o non sapete come procedere contattateci: info@outliersitalia.it

Noi siamo qui per voi!

[Link al video sulle 3 procedure di esdebitazione]

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